Si è svolto dal 24 al 26 maggio presso l’OCSE Conference Centre di Parigi il Workshop Bilaterale METI (Ministry of Economic, Trade and Industry del Giappone)- OCSE sulla co-creazione – un modello innovativo di collaborazione che unisce in modo sinergico ricerca, industria e altre parti interessate. L’evento ha avuto lo scopo di promuovere discussioni e confronti sul ruolo delle politiche scientifiche, tecnologiche e dell’innovazione nel guidare i processi di co-creazione per le transizioni future, con un focus sulla collaborazione e il coinvolgimento internazionali.
Una delle sessioni chiave, dal titolo “Co-creazione internazionale per la biodiversità: definizione dei problemi, sviluppo delle capacità STI (Science Technology and Innovation) e progresso delle politiche“, ha visto tra i relatori la prof.ssa Cristina Prandi, Vice-rettrice alla Ricerca dell’Università di Torino e Coordinatrice scientifica di Butterfly Area. La sessione si è concentrata su come la co-creazione internazionale in STI possa migliorare gli sforzi per la tutela della biodiversità, in particolare nelle regioni con elevati livelli di biodiversità ma risorse limitate.
La partecipazione di Cristina Prandi evidenzia l’importanza del suo lavoro come ricercatrice e il suo impegno a creare collaborazioni per far fronte a sfide globali. In qualità di esperta riconosciuta nel suo campo, Prandi ha illustrato alcuni esempi di best practices attualmente in corso presso UNITO, per la gestione delle attività di ricerca ed innovazione nei progetti di co-creazione internazionale.
Durante la sessione, ai relatori è stato chiesto di affrontare questioni chiave sul ruolo dei progetti di co-creazione internazionale nello sviluppo delle capacità STI per la biodiversità, misure efficaci per conciliare lo sviluppo economico locale con la biodiversità e i modi migliori per coinvolgere le comunità e le industrie locali nella promozione di nuove tecnologie e innovazioni.
Il quadro europeo e internazionale nell’ambito del quale vengono emessi i fondi Next Generation EU sta potenziando la capacità delle università di migliorare la sostenibilità ambientale attraverso contributi scientifici, programmi educativi e allineamento istituzionale per realizzare la neutralità climatica. La biodiversità è un elemento centrale su cui basare uno sviluppo sostenibile, e lo studio di diversi livelli di biodiversità e innovazioni tecnologiche può identificare nuove soluzioni in grado di implementare e proteggere diverse forme di vita.
L’Università di Torino è fortemente impegnata in iniziative di transizione sostenibile, tra cui il National Biodiversity Future Center – NBFC, lo Spoke 2 – Green Technologies e Industria Sostenibile dell’Ecosistema NODES e l’Infrastruttura di Ricerca MIRRI. Anche Butterfly Area rientra a pieno titolo nei luoghi di scienza dell’Università di Torino, dove diversi dipartimenti svilupperanno progetti in sinergia con ricercatori in aree interdisciplinari come l’agroalimentare, la chimica verde, l’energia rinnovabile e la bioeconomia, traendo vantaggio dalla presenza della filiera formativa e dell’eccellenza nella ricerca su temi legati alla sostenibilità per rivolgersi al settore privato con l’intento di co-creazione.