Fare innovazione è il movente principale ad orientare la costruzione di una start up: cercare di individuare nuove esigenze di mercato e sforzarsi di soddisfarle, trovare soluzioni nuove a problemi esistenti. Un’innovazione, questa, che può tradursi in nuovi prodotti o nuovi processi. Che ci si occupi di immettere sul mercato prodotti innovativi o di rivoluzionare le tecniche di produzione, l’innovazione è un sistema complesso, che deve tenere conto di fattori molteplici e non può prescindere dalla sostenibilità.
Guido Colombo è il CEO di Technophylla, un’azienda che opera a cavallo tra impresa e università, ricerca e dinamiche di mercato, ospitando studenti magistrali e ricercatori e contribuendo a colmare il gap, a creare un potenziale collegamento tra mondo del lavoro e mondo universitario.
Questo spirito di collaborazione e contaminazione reciproca – ci ha spiegato Colombo – è all’insegna dell’open innovation, un modo di fare impresa e innovazione che, per definizione, è aperto a contributi esterni, si arricchisce di contatti altri e contribuisce alle dinamiche di mercato senza avvalersi delle sue sole forze. È proprio questo che interessa a noi di Butterfly Area: la possibilità di costruire gruppi di lavoro congiunti e stimolare una maggiore apertura reciproca.
Technophylla è una start up torinese che si occupa di tecnologie per l’agricoltura 4.0, con un focus particolare sui prodotti orticoli, cresciuti in coltivazioni verticali in aeroponica. I suoi principali obiettivi sono il risparmio idrico, il risparmio di suolo, la maggiore produzione agricola e la sostenibilità.