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Colmare il gap: università e lavoro a confronto

Matteo Fornaca è il co-founder di The Spiritual Machine, una start up che si occupa di produrre distillati e spiriti personalizzati. A proposito del gap tra università e azienda, Fornaca si è detto preoccupato: “i corsi di laurea non formano figure immediatamente adatte ad immergersi nella dinamicità del mondo del lavoro e questo, per una start up come The Spiritual Machine, comporta un considerevole impiego di tempo in formazione: non tutti gli stagisti hanno gli strumenti per stare al passo.” 

Si tratta, per Fornaca, di una responsabilità delle università e dello Stato, che sulla formazione non investe a sufficienza: anche i corsi di laurea più specifici e professionalizzanti non centrano il punto, lasciando alle aziende il compito di formare i neolaureati.


Soft skills e attività extracurriculari

Date le mancanze del mondo universitario, nella valutazione dei profili per le assunzioni The Spiritual Machine predilige le attività extracurriculari, la flessibilità e il desiderio di coinvolgimento: tutte caratteristiche essenziali nell’ambito imprenditoriale che, differentemente da altri – per Fornaca – spesso premia l’impegno e la voglia di imparare. Le cosiddette soft skills, in sostanza, sembrano andare per la maggiore in una start up in espansione, che ai suoi collaboratori richiede soprattutto di essere disposti a cambiare e ad adattarsi, assecondando l’espansione del settore. 

Secondo il co-founder di The Spiritual Machine, in sostanza, le soft skills sono più rischieste in un mondo in cui frequentare l’università non è affatto garanzia di abilità professionali. In questo contesto, il progetto di Butterfly Area è interessante proprio nella misura in cui avalla la collaborazione tra un soggetto grande e dalle vaste potenzialità di innovazione, come l’università, e una start up aperta al dinamismo del mondo imprenditoriale, sempre pronta a cogliere e inseguire le opportunità di cambiamento.


The Spiritual Machine

The Spiritual Machine è una start up che dal 2017 produce vermouth, gin, amari e bitter realizzati con ingredienti di qualità e destinati bar, ristoranti, hotel, organizzatori di eventi che desiderino lanciare, su pianta stabile o per un’occasione, la loro bevanda alcolica personalizzata. L’intervento di The Spiritual Machine passa dal marketing alla vendita, dalla ricerca e sviluppo delle ricette alla produzione delle bevande, passando dalla cura del design delle bottiglie e delle etichette. Una produzione che, in sostanza, ambisce a muoversi “dall’idea alla bottiglia”, come ha specificato il co-founder Matteo Fornaca.