Quella di Guido Gobino è un’azienda artigiana. L’università, dice Gobino, “dovrebbe avvicinarsi all’industria per percepire le sue dinamiche interne, la produzione sul campo, il lavoro manuale che spesso ancora resiste”: sporcarsi le mani di grasso, temperare il cioccolato a mano.
Una questione d’“amore” o, meglio ancora, di “feeling”: la cura nella manipolazione degli strumenti, l’attenzione alla qualità del prodotto sono elementi di un sentire tutto interno all’azienda, che darebbe all’università un senso maggiore di quel che serve insegnare.
È per questo che il progetto Butterfly Area rappresenta un’occasione preziosa ,ci dice l’imprenditore: sarà uno spazio per alimentare i confronti diretti tra università e azienda, incoraggiare lo sviluppo di idee innovative e misurarsi con strumenti di sperimentazione inediti, che solitamente hanno un costo proibitivo per le PMI. Il costo dei laboratori, infatti, assieme alla lentezza che caratterizza lo sviluppo di nuove idee sono i principali fattori che, secondo Gobino, ostacolano l’innovazione delle imprese.
L’impegno per la sostenibilità, invece, ha subito un’accelerata nel 2021 grazie all’ingresso in azienda del figlio di Guido Gobino, Pietro: le giovani menti e competenze sono un imput immediato per l’evoluzione delle traettorie aziendali. Accanto all’attenzione preesistente al recupero dei materiali, l’azienda ha apportato delle migliorie al risparmio della plastica; ha investito per assicurarsi energia da fonti sostenibili; ha scelto di acquistare solo zucchero italiano, per evitare il costo e l’inquinamento derivante dai trasporti di zucchero importato; infine, si è impegnata per riconoscere un prezzo equo ai produttori del cacao che importa dall’America Latina, cercando di evitare i traders che, di passaggio in passaggio, contribuiscono alle variazioni sul prezzo delle materie prime.
Il progetto di Butterfly Area, secondo Guido Gobino, è fondamentale: faciliterà i processi di ricerca e sviluppo per le aziende, muovendosi al cuore di quelli che dovrebbero rappresentare i due principali motori della crescita imprenditoriale: perché “se ti fermi” dice Gobino, “dopo qualche anno sparisci”.
La storia dell’azienda di Guido Gobino comincia nel 1964, quando Giuseppe Gobino assume il ruolo di direttore di produzione, per poi diventare l’unico proprietario nel 1980. A cominciare da quegli anni, Gobino si è specializzata nella produzione di cioccolato e specialmente dei prodotti tipici locali, gianduiotto e crema di gianduia.
Nel 1985 Guido Gobino, l’attuale proprietario, è entrato in azienda affiancando il padre e negli anni ’90 è stato aperto il Laboratorio Artigianale del Gianduiotto, che produce gianduiotti e tourinot selezionando le migliori materie prime e adoperando la tecnica dell’estrusione.
Nel 2021, infine, l’azienda ha visto l’ingresso di Pietro Gobino, figlio di Guido, che ha accelerato il processo di transizione sostenibile. Dalla sua nascita, l’azienda Gobino si è espansa ed è mutata, conservando la cura per la qualità dei prodotti e la passione per il lavoro manuale.