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Innovare nell’educazione è possibile – Cristina Pozzi

Essere imprenditori non vuol dire solo investire sullo sviluppo di un’idea, ma anche generare un cambiamento. Cristina Pozzi in tutta la sua storia di imprenditrice innovativa sta cercando con le sue attività di portare un cambiamento nel sistema educativo in Italia. Il primo passo l’ha fatto nel 2016 quando ha co-fondato il digital project “Impactscool” con l’obiettivo di rendere la conoscenza più accessibile e fornire alle giovani menti gli strumenti indispensabili per plasmare la società del domani. Oggi il suo progetto si è evoluto in Edulia, una piattaforma all’avanguardia dell’Enciclopedia Treccani per la formazione degli insegnanti e l’insegnamento agli studenti su tantissime tematiche differenti e contemporanee. Nonostante il cambio di nome, il cuore e l’obiettivo del progetto rimane sempre quello: dare la possibilità, gli stimoli e le conoscenze al maggior numero di persone per portare a una riflessione sul futuro e su come ognuno può far parte di un cambiamento innovativo, soprattutto facendo conoscere le nuove tecnologie e i mezzi digitali.

Cristina ha le idee molto chiare: il sistema scolastico ed educativo in Italia oggi è in difficoltà, come indicato da diversi dati che raccontano una realtà dove la dispersione scolastica presenta un conto non indifferente, anche se in miglioramento. Il contesto della scuola oggi è caratterizzato da una ricca diversità culturale che però crea complessità e richiede un intervento mirato e ragionato per apportare valore e cambiamento. Per questo motivo ogni realtà scolastica risulta unica nel suo genere e richiede interventi mirati per portare ad una innovazione.

In questo senso l’obiettivo di Edulia di raggiungere con la sua proposta educativa più persone possibili per non lasciare indietro nessuno, risulta davvero complesso e comprendere quali siano i giusti cambiamenti da apportare risulta una sfida impegnativa.


L’ombra delle tecnologie sul futuro dei giovani

Al centro della proposta educativa di Edulia troviamo le nuove tecnologie, soprattutto digitali, che stanno impattando in modo considerevole sulla nostra società. Imparare a conoscerle ed utilizzarle, secondo le parole di Cristina, ci permette oggi di adattarci alle loro caratteristiche e, in un domani, di essere già esperti e pronti a vivere la vita del futuro tecnologico a cui sembriamo destinati. L’esempio più eclatante e sotto gli occhi di tutti è quello dell’utilizzo della tecnologia AI come Chatgpt, chatbot di intelligenze artificiali che ci aiutano nei nostri processi creativi e di lavoro. Per Cristina uno strumento simile ci porterà, e già lo fa tuttora, a saltare i passaggi più semplici ed immediati del nostro lavoro senza mai sostituire però il pensiero critico che la macchina non possiede e che rimane a carico dell’essere umano. Non dobbiamo stupirci se presto avremo tutti quanti un proprio assistente digitale di questo tipo al nostro fianco.
Diventa quindi fondamentale fin da subito conoscere queste realtà tecnologiche ed Edulia si pone proprio questo obiettivo: formare i giovani di oggi che costruiranno, anche con questi strumenti, il nostro domani.

 

 

La cultura del fallimento sta cambiando

Ogni storia di successo imprenditoriale nasconde tanti piccoli o grandi “fallimenti” che hanno portato a quel risultato positivo. Questo perché a fronte di ogni momento negativo, l’imprenditore si è saputo rialzare e ripartire, imparando dalla caduta a non commettere più quel passo falso. La cultura del fallimento in Italia però ha avuto fondamenta distruttive e solo ultimamente sembrano esserci note più costruttive. Parlandone con Cristina, lei ci ha raccontato come secondo una logica di imprenditorialità italiana “fallire” fino a qualche anno fa voleva dire non avercela fatta. Oggi le cose però stanno cambiando, grazie soprattutto alla cultura ed al contesto che si è venuto a creare attorno alle start-up. Queste piccole realtà riescono a nascere grazie a tanti supporti e con diversi paracaduti in caso di fallimento. Cadere quindi non solo diventa più accessibile, ma ti dà esperienza e ti fa comprendere cosa non fare nel prossimo tentativo.

Con questa visione Cristina e il suo team di lavoro celebrano “l’errore del mese”: errore viene condiviso in una riunione e affrontato da parte di tutti per comprendere e imparare da quella caduta trasformandola poi in un’opportunità di formazione. Inoltre, in Edulia viene premiato anche “l’errore dell’anno”: quello che nei 12 mesi ha aiutato di più l’azienda a migliorarsi, celebrando quindi un successo raggiunto grazie ad un fallimento.